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martedì 10 marzo 2020

Compito della Giulia, del 10.03.2020


BIOGRAFIA PER PROPOSIZIONI
Io non sono una tipa troppo scalmanata, anche se mi piace correre e divertirmi.
Io sono una a cui non piacciono sport tipo danza classica, o cose così, troppo tranquille ma, come detto prima, non le faccio in modo troppo scalmanato.
Purtroppo non sono una a cui piace studiare, perché mi farebbe proprio comodo.
Grazie a Dio non sono una bambina troppo amante del lusso, infatti il luogo che preferisco è la campagna.
Non ho troppi amici, chissà perché, anche se conosco comunque tante persone.
Non voglio mangiare mai troppo, ma non per ingrassare, perché non ho quasi mai fame.
Voglio stare sempre in compagnia, voglio stare sola soltanto quando sono triste.
Le cose più importanti per me sono :
  1. la famiglia;
  2. la felicità;
  3. giocare;
  4. divertirsi;
  5. stare in compagnia;
  6. volersi bene;
  7. amare il bello;
e altre cose che ora non mi vengono in mente.
proverbi che fanno per me sono :
  1. chi ben inizia è a metà dell’opera;
  2. chi ha tempo non aspetti tempo;
  3. meglio soli che mal accompagnati;
  4. chi trova un amico trova un tesoro;
  5. il riso fa buon sangue;
  6. il frutto non cade mai lontano dall’albero;
e forse altri.
Le cose che vorrei far sparire dal mondo sono tutte le cose brutte che succedono, tipo le guerre.
Le cose che amo fare da sola sono i giochi all’xbox o tutte le altre cose in cui è più bello divertirsi da soli.
Le cose che odio fare da sola sono i compiti, i giochi di società, i castelli di sabbia…
Le cose che mi fanno arrabbiare sono soprattutto le sgridate poi anche la guerra…
Le cose che mi fanno contenta sono vedere che qualcuno è felice, giocare, leggere, se non è per i compiti, correre…
Le cose che dovrei fare e rimando sempre sono fare la doccia e fare i compiti.
Le cose che dovrei fare prima di diventare grande sono due :
  1. imparare a farmi piacere tutto;
  2. imparare a cucinare qualcosa;
queste sono più o meno le uniche cose.
Le cose che mi fanno sembrare domenica sono quelle belle in generale, ma in particolare sono i giorni di festa dalla scuola.
Le cose che non ti ho detto non te le ho dette per vari motivi, quindi preferisco non dirtele.
Le dolcezze di quando ero piccola erano soprattutto quelle dei miei genitori verso di me, erano bellissime.
Le dolcezze di oggi sono sempre quelle dei miei genitori che c’erano, ci sono e ci saranno per sempre.

Giulia Badii
Classe 5° E scuola Don Baronio Cesena.

martedì 25 marzo 2014

Temiam scherzo da preti - perché d'oziar smettiam


Ecco, come promesso, il profilo dell'autore della particolarissima preghiera riportata nel precedente post. Non meraviglierà che si tratti di un prete. Ma un prete molto particolare. Anzi, mi verrebbe da dire "un genio del linguaggio e delle lingue che incidentalmente, era anche prete".
Il ravennate Don Anacleto Bendazzi (1883-1982) è stato uno dei più incredibili  personaggi che mai si siano dedicati all'enigmistica.
Finissimo latinista e grecista, conoscitore di varie altre lingue, passò la sua lunghissima vita fra scuola e biblioteca, usando sovente  argomenti religiosi come tema per i suoi giochi letterari. Non ebbe mai incarichi pastorali perché ritenuto inadatto al rapporto con i fedeli, data la sua "eccentricità".
Basti dire questo: appena ordinato sacerdote fu destinato a fare il cappellano a Santerno, nei dintorni di Ravenna; ebbene, dopo aver ascoltato un po’ di confessioni durante la Settimana Santa, fu preso dal panico e scappò via, tornando a piedi a Ravenna.
Ma se questo non bastasse c'è dell'altro: soleva procedere con il suo sguardo svagato, perfino quando sfilava nelle solenni processioni. Aveva sempre in tasca mozziconi di matite e foglietti perché se un’idea gli passava per la testa, zac, la infilzava al volo e la appiccicava sulla carta.
Quando celebrava la messa, saltava sempre l’omelia (sob!); inoltre tutti i giorni, alla stessa ora e con lo stesso percorso, faceva la sua passeggiata, pagando, si dice, per avere la compagnia del suo unico amico don Terzo Benedetti, ma senza scambiare una parola!
Evidentemente era un tipo molto taciturno. Mi viene da pensare che amasse così tanto le parole (che studiava, soppesava, combinava, calibrava nella sua mente quando non lo faceva per scritto) da considerare uno spreco buttarle via quasi a caso, per nient'altro che parlare del più e del meno con qualcuno. Quasi le considerasse delle pietre preziose da valorizzare incastonandole una ad una, non già mostrandole a manciate.

Collezionò ed inventò migliaia di frasi anagrammate, linee bifronti, acrostici, frasi bilingui, bisticci, definizione argute, etimologie spiritose, frasi doppie, frasi sibilline, motti e stranezze ingegnose d'ogni genere in italiano, in latino e in altre lingue. "Bazzecole andanti" le definisce don Bendazzi, anagrammando il suo nome
Era anche riuscito a scrivere una "Vita di Cristo in mille anagrammi", composta appunto da mille versi ciascuno diviso in 2 parti, l'una anagramma dell'altra. Tanto per capire vi  si trovano chicche quali:
"mistica notte di Natale - atta a dolci sentimenti",
"il sermone de la montagna - l'insegnamento morale",
"Giuda Iscariota - dai guai a Cristo",
"ti dian incenso e gloria - di aneli cantio Signore!"
Il tutto raccolto nelle "Bizzarrie letterarie", un libro che lui stesso pubblicò il 15/1/51 (data non casualmente palindroma, ovvero identica anche letta al contrario; di più, se scritta nel formatoanche omogrammatica ovvero identica anche ruotata di 180°!).
Un altro dei suoi scherzi da prete.
Non potevo quindi non ispirarmi molto indegnamente a lui con il titolo anagrammato di questo post (e anche con il titolo del post precedente, "Preci serene" che è una sciarada tripla (Preci serene, Precise rene, P recise rene).

In questo suo amore fu coerente fino alla morte: morì infatti a 99 anni (numero palindromo), appena in tempo per evitare di diventare “un prete secolare” – condizione disdicevole per un ecclesiastico, sosteneva scherzando.
E sembra che come epitaffio per la propria tomba abbia richiesto la scritta: Putredine - di un prete / storico di - Cristo Dio. Queste due coppie di anagrammi non sono però il suo ultimo scherzo da prete.
Morì infatti il .   Proprio quello che avrebbe voluto: svanire in un omogramma...