domenica 11 gennaio 2015

Io NON sono charlie!



Preciso subito: ferma condanna all'attentato alla sede del "charlie hebdo", a questa ennesima violenza di quel fondamentalismo islamico che io del resto ho sempre visto come una minaccia anche europea e italiana. Oltretutto riconosco a questa orrenda rivista comunista un coraggio che gli "umoristi" italiani, specie di sinistra, si sognano:  quello di essere blasfemi magari ma almeno di esserlo verso tutte le religioni, islamismo compreso! Troppo facile esserlo solo con ebrei, cristiani e induisti, che non hanno terroristi sguinzagliati in giro, e far finta di dimenticarsi sempre dei musulmani!! Certo basta dare, ma anche no, una scorsa alle vignette del "charlie", per rendersi conto che le vette della blasfemia le raggiunge contro il Cristianesimo, con vignette che mi guardo bene dal ripubblicare. Credetemi sulla parola...

Detto questo... no! Dico a gran voce che io NON sono charlie, sapendo con questo di andare controcorrente rispetto alle migliaia, forse milioni di cartelli e immagini che orgogliosamente e viralmente si diffondono, riproducono, clonano in tutto il mondo, reale e virtuale.
Ma come in tanti altri casi, in questo mondo sempre più mass-medizzato e socialnetwork-connesso, più che di corrente sarebbe giusto parlare di gregge, massa informe, blob decerebrato che urla e sloganizza più con lo stomaco che con il cuore, facendo proprie parole pensate da (pochi) altri.
E non usando la (propria) testa si può allora arrivare a madornali incoerenze, in questo caso almeno 2:
  1.  manifestare in massa lo sdegno per chi ha ucciso chi  esprimeva le proprie idee anche se diverse, ma farlo dicendo "io sono charlie", io sono come lui, la penso come lui. In altre parole si vuol difendere il diritto alla diversità facendosi tutti uguali. Così si indebolisce il messaggio, invece che rafforzarlo.
    I fondamentalisti potrebbero pensare: certo che difendono le vittime di quel giornale.. sono come loro...
    Io invece ripeto, NON sono charlie, non lo condivido per niente. Così come non condivido molta satira pesante, perché penso che qualunque forma di espressione sia libera fino a che non diventi offensiva e blasfema.
    Io NON sono charlie ma condanno fortemente quanto fatto dagli attentatori! Penso che questo sia un messaggio di sicuro più forte e significativo.
  2. tutti sdegnati e uniti a difendere la libertà di scrivere e pubblicare vignette anche pesantemente satiriche in nome della libertà di espressione. Ebbene, chi ha difeso la STESSA, MEDESIMA libertà di espressione quando Calderoli fece intravedere (in un'intervista al TG1 proprio sulla libertà di espressione) la maglietta con la vignetta satirica su maometto?? Allora TUTTI furono pronti a condannarlo e non solo tra gli avversari politici, tanto è vero che fu costretto a dimettersi da Ministro per le riforme. Ad accrescere, se possibile, la madornalità dell'incoerenza e del doppiopensiero c'è il fatto che innanzitutto la vignetta incriminata non era nemmeno paragonabile alla  blasfemia di quelle di charlie hebdo, e non era stata disegnata dal Ministro ma dal giornale danese Jyllands-Posten e ripubblicata subito anche da (potenza del destino) "charlie hebdo"!! Si dirà.. ma qui ci sono stati morti ammazzati, beh non cambia nulla, il principio deve valere sempre o mai; oltretutto anche Calderoli all'epoca fu minacciato di morte e i più dissero che se l'era cercata.
     La conclusione non può essere che una, schifosa, e purtroppo neppure nuova: viva la libertà di espressione, ma solo se è di sinistra (non viene in mente anche voi l'ideologia gender?).

Vignetta mostrata dal Ministro Calderoli nel 2006
-Dio si rivolge a Maometto e gli dice "Non te la
 prendere, a tutti noi hanno fatto caricature!"-

Un numero della rivista colpita.
-Maometto avvisa "100 frustate a chi non muore dal ridere"-