martedì 29 novembre 2022

Fatima e cielo...

 Chi conosce anche solo superficialmente l'apparizione di Fatima è in genere anche a conoscenza del famoso miracolo promesso da Maria e puntualmente verificatosi nell'ultima apparizione del 13 ottobre 1917: protagonista il cielo, anzi, il sole stesso che per 10 lunghi minuti fece tutto quello che non avrebbe in alcun modo potuto naturalmente fare. Proprio per dimostrare oltre ogni dubbio che quello era prodigio, e prodigio di Dio, Creatore e Signore dell'Universo  ("Signore Dio, tu hai cominciato a mostrare al tuo servo la tua grandezza e la tua mano potente; quale altro Dio, infatti, in cielo
Miracolo del sole - Fatima 13 ottobre 1917
 o sulla terra, può fare opere e prodigi come i tuoi?" -Deuteronomio 3, 24oltreché per far capire agli uomini che essi sono meno che nulla rispetto alla Sua potenza. Spesso, sempre più spesso, sono talmente presi dal cercare di rispettare questo pianeta e le sue leggi da dimenticarsi completamente di rispettare e cercare Dio. E allora ecco che con questo miracolo si contrappone così all'arroganza umana, che pensa di aver tanto potere (nel bene e nel male) su questa terra,  la mano divina, a ricordarci che se vuole può annullare in un attimo le leggi dell'universo, insieme alle nostre umane sicurezze.

Molto meno conosciuta è però la profezia della (poco) famosa aurora boreale del 25-26 gennaio 1938 e di quella del 23 agosto 1939. Nelle apparizioni portoghesi infatti la Madonna dichiarò tra le altre cose:- ...La guerra sta per finire: ma se non cessano di offendere il Signore, nel regno di Pio XI ne incomincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che quello è il grande segno che vi dà Iddio che prossima è la punizione del mondo per i suoi tanti delitti, mediante la guerra...

Eppure tali fenomeni furono veramente notevoli, perché anche se meno prodigiosi di quello del 1917, non furono circoscritti alla sola zona delle apparizioni di Fatima, bensì visti contemporaneamente in buona parte del mondo!

Allora perché così poco conosciute?
La minor notorietà di questi fenomeni prodigiosi è dovuta in gran parte al semplice fatto che la profezia non fu resa nota. Mentre il miracolo del 13 ottobre fu preannunciato precisamente da Maria e riferito subito dalla veggente Lucia (richiamando per quel giorno almeno 60.000 persone) la profezia degli altri segni celesti fu tenuta nascosta per volontà della stessa Madonna, che indicò esattamente a Lucia la data in cui doveva renderla pubblica, ovvero nel 1940, quindi a prodigi già avvenuti.

Questo ci fa capire che mentre la "danza del sole" del 1917 doveva fungere da dimostrazione e da monito divino le altre erano per così dire dei "sigilli" su un destino ormai deciso e irrimediabile; come a dire:-Io, vostro Dio, per mezzo di Maria,  ho dato il modo agli uomini di evitare questa guerra, ma non l'hanno fatto, e con questi segni avviso che ora il destino è deciso!- Un messaggio, ovviamente, solo per i veggenti (o meglio, solo per Lucia visto che Giacinta e Francesco erano già morti). 

Cosa successe, quindi la sera del 25 gennaio?



La Stampa - 26 gennaio 1938
 Ebbene, ci fu  una grande aurora boreale, incredibilmente luminosa ed estesa, vista la quale Lucia, ben prima di scriverlo nel resoconto ufficiale del 1941, si affannò a dire, a destra e a sinistra, che quello era il segno terribile predetto dalla Madonna.
L’aurora venne descritta dal quotidiano laico italiano, La Stampa, del 26 gennaio 1938, sotto il titolo: “Un singolare fenomeno celeste. Un’aurora boreale sull’Italia”. Vi si poteva leggere di una “aurora boreale di eccezionale luminosità apparsa ieri su gran parte dell’ Europa meridionale e centrale: Alta Italia, Mezzogiorno della Francia, Germania, Svizzera e Austria, suscitando ovunque per la sua luminosità sorpresa e ammirazione”. Il quotidiano notava che l’intensità del fenomeno e soprattutto la sua diffusione su gran parte dell’Europa, era eccezionale, ripetendo che si era trattato di un “insolito fenomeno celeste… che rarissimamente viene osservato alle nostre latitudini”. Inoltre, dando conto dei vari luoghi in cui l’aurora era stata osservata, si notava con insistenza il fatto che il cielo si era colorato “di un rosso di fuoco a levante, come se si trattasse di un grande incendio”; qualche riga dopo si insisteva sul colore del cielo, impressionante, definito, questa volta, “rosso-sangue”.
Il giorno successivo, il 27 gennaio, La Stampa riportava questo titolo: “Un’altra aurora boreale tra l’una e le due di notte”. L’astronomo intervistato dal quotidiano metteva in luce il fatto che solitamente le aurore boreali si manifestano al nord, e che molto raramente assumono estensione e luminosità come quella appena osservata.

Un’altra fonte interessante per capire l’entità del fenomeno è la relazione di Eugenio Guerrieri, “La grande aurora boreale del 25-26 gennaio 1938”, pubblicata dall’Osservatorio Astronomico di Capodimonte-Napoli.
Scrive tra l’altro il Guerrieri: “L’Aurora boreale osservata nella notte dal 25 al 26 gennaio 1938 è stata veramente splendida e deve considerarsi come fenomeno straordinario per la sua magnificenza, anormale per la sua visibilità, oltre che nelle regioni nordiche dell’Europa e dell’America, anche in quelle di bassa latitudine nel nostro emisfero. Dovunque fu oggetto di ammirazione in tutta l’Europa, in Germania ed in Inghilterra specialmente; grande sviluppo in longitudine dal Portogallo alla Russia ed in latitudine dalla penisola Scandinava alla Sicilia e finanche in molti paesi del Nord Africa”.
Guerrieri nota che il cielo si è colorato in maniera incredibile, di “rosso sangue”, come se vi fosse un “incendio gigantesco”, e continua: “Nell’Atlantide e negli Stati Uniti d’America l’a.b. è stata grandiosa”, mentre ha destato “ammirazione e sorpresa, nella Spagna e nel Portogallo, dove il fenomeno non si vedeva da mezzo secolo. Questo è stato egualmente osservato a Biserta, Fez, Hammamet, Toza, ed in molti paesi della Tunisia e del Marocco dove l’a.b. rarissimamente si osserva e l’ultima è stata quella del 1891: in questi paesi gli europei hanno creduto ad un vastissimo incendio lontano, mentre gli indigeni, molto spaventati, hanno supposto segnali ed avvertimenti celesti”.

Alla notizia della aurora boreale, come si è detto, Lucia ritenne che si trattasse del segno della Madonna e continuò a ripeterlo anche dopo che gli accordi di Monaco sembrarono per un attimo scongiurare il conflitto. Nel 1938, però, la annessione nazionalsocialista dell’Austria può essere veramente considerata l’antefatto della II guerra mondiale. Anche perché proprio la sera del 25 gennaio Hitler aveva ricevuto il barone Werner Fritsch, generale e comandante in capo della Reichwehr, “che continuava ad avanzare obiezioni sui piani di guerra hitleriani”, per farlo definitivamente fuori. Come è risaputo, infatti, ufficiali e generali tedeschi, per lo più, non volevano la guerra e costituivano l’unico potere rimasto in grado di impensierire il dittatore. Proprio la defenestrazione di Fritsch fu dunque un evento preliminare alla guerra non indifferente3, così come le purghe di Stalin, all’epoca del 1938 ormai quasi concluse, furono importanti per eliminare quei generali che si sarebbero messi di traverso rispetto all’alleanza con Hitler del 1939.

L’aurora boreale del 23 agosto 1939
A questo punto, un ultimo dettaglio. Gli storici concordano nel dire che nel 1938 la guerra era in un certo senso ormai nell’aria. Ma il fatto che segnò definitivamente lo scoppio del conflitto fu il patto von Ribbentrop-Molotov, cioè la spartizione della Polonia e di altre zone di influenza tra Hitler e Stalin. La II guerra mondiale, insomma, nacque definitivamente con l’accordo tra nazisti tedeschi e comunisti russi, tra Hitler e Stalin.

Firma del patto Ribbentrop-Molotov

Ebbene, questo patto fu firmato la sera del 23 agosto 1939 (von Ribbentrop, da una parte, Stalin e Molotov, dall’altra). Manco farlo apposta, proprio quella stessa sera, in alcune zone, fu segnalata una nuova aurora boreale, non così straordinaria come quella del 1938, ma certo imponente.
Ce la descrisse nientemeno che il gerarca nazista Albert Speer nelle sue “Memorie del Terzo Reich”: “Quella notte – racconta Speer- ci intrattenemmo con Hitler sulla terrazza del Berghof ad ammirare un raro fenomeno celeste: per un’ora circa, un’intensa aurora boreale illuminò di luce rossa il leggendario Untersberg che ci stava di fronte, mentre la volta del cielo era una tavolozza di tutti i colori dell’arcobaleno. L’ultimo atto del ‘Crepuscolo degli dei’ non avrebbe potuto essere messo in scena in modo più efficace. Anche i nostri volti e le nostre mani erano tinti di un rosso innaturale. Lo spettacolo produsse nelle nostre menti una profonda inquietudine. Di colpo, rivolto a uno dei suoi consiglieri militari, Hitler disse: ‘Fa pensare a molto sangue. Questa volta non potremmo fare a meno di usare la forza’”.
Un altro gerarca nazista, presente alla scena, Nicolaus von Below, ricorderà a sua volta: “All’inizio abbiamo pensato che si trattasse di un grande incendio in una delle città a nord dell’Untersberg, ma poi quella luce rossa ha illuminato tutto il cielo a nord e allora è stato chiaro che si trattava di una manifestazione insolitamente intensa di luci nordiche, un fenomeno naturale che si verifica raramente nella Germania meridionale”. “Intimorito da quella scena, commenta T. Ryback, von Below disse a Hitler che forse quello era il presagio di un’imminente guerra sanguinosa. “Se così dev’essere, allora che sia più veloce possibile” replicò Hitler”.

Dopo il patto, la rottura del patto: Hitler lanciò l’attacco alla Russia il 22 giugno 1941, giorno del solstizio del sole (giorno sacro al suo neopaganesimo solare) e chiamò l’operazione, guarda caso, Luce del Nord.
Evidentemente anche lui, come molti altri, era stato molto colpito da quei messaggi nel cielo. Ma anche lui, come tanti altri (perfino tra i testimoni del miracolo del sole) non li aveva capiti... 



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