venerdì 30 maggio 2014

Festa del papà

L'asilo di mia figlia quest'anno ha abolito la Festa del papà. E anche quella della mamma, così la parità dei sessi è salva.
E, al solito, io mi preoccupo. La mia preoccupazione è che sia un po' meno salvo il senso della famiglia; che l'esclusione di queste ricorrenze dal programma scolastico rispecchi l'assenza di una "educazione alla famiglia" che aiuti i bimbi a comprendere il ruolo e l'importanza del babbo e della mamma per la loro crescita.
Ciò sarebbe gravissimo, tanto più oggi che la realtà "famiglia" è così in crisi,  indebolita da minacce esterne (penso in primis all'attacco del mondo gender) e interne (infedeltà, crisi di coppia e divorzi).
Il mio dispiacere si è accresciuto nel vedere come la decisione delle maestre sia passata nell'indifferenza generale dei genitori, quasi fossi io uno dei pochi anormali paranoici.
Poi mi capita tra le mani il "Corriere della sera" del 18 marzo 2013, quindi di più di un anno fa. Tra gli interventi dei lettori c'è la lettera di una signora della mia età, vedova e madre di una bimba. Scrive perché è rimasta attonita e basita (parole sue) da un articolo apparso sullo stesso giornale il giorno prima, che riportava la notizia dell'abolizione della Festa del papà in un asilo romano. Motivazione: per sensibilità verso un bimbo di una coppia omosessuale!
Mi sembra opportuno riportare alcuni stralci della lettera:
Per me il 19 marzo è sempre stata una data un pò difficile... e quando mia figlia porta a casa i lavoretti per la festa di un papà che non ha...devo sempre dissimulare con sorrisi e soddisfazione per il lavoretto la disperazione che mi attanaglia. Non ho mai preteso, però, che all'asilo non festeggiassero questa festa, perché fa parte delle nostre tradizioni, del mio passato, e auspicherei, del futuro di mia figlia...
Premesso che non capisco come mai la delicatezza e la sensibilità accordata al figlio di una coppia omosessuale non siano mai state invocate per i bimbi orfani, trovo la decisione lesiva e discriminante per quei bimbi che invece un padre ce l'hanno, e dovrebbero poter avere il diritto di festeggiarlo...
Ma ritengo soprattutto che il voler privare gli altri, la maggioranza, di qualcosa solo perchè io, individuo, non la possiedo, sia una forma inaccettabile di intolleranza, l'affermazione di una diversità esibita e imposta, l'erezione di un muro altissimo che separa, rende ostili, e non include.

Parole che dimostrano una intelligenza e soprattutto una sensibilità purtroppo non comuni.
Qualora comuni lo diventassero avrei finito di preoccuparmi. 

2 commenti:

  1. non c'è il coraggio di non fare come fanno tutti gli altri...
    Se anche all'asilo delle suore smettessero andrei a farci una bella parlatina. Già sono rimasta allibita che gli abbiano fatto fare le schede su Halloween (mentre della festa dei Santi non se ne parla...) ...meno male che è una scuola cattolica!

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    1. Già..bisogna seguire la massa. Ormai halloween lo festeggiano tutti, perché rimanere indietro? Ragionamento che stride sempre, tanto più nello specifico in una scuola cattolica.

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