sabato 1 marzo 2014

Feccia di bronzo


uesta volta la scelta della foto è stata facile e veloce, non dovendone nemmeno ritoccare il colore per adattarla al titolo del post.
Evidentemente il soggetto, pur essendo il principale indagato in uno dei più importanti e clamorosi processi degli ultimi anni, ha trovato il tempo (e la faccia tosta) di spaparanzarsi in tutto relax al sole.
Già, la faccia tosta....
Cerchiamo di quantificarla.
Vediamo: sto immaginando che, io, guidando l'auto aziendale, non sia riuscito ad evitare una persona che ha attraversato di corsa e improvvisamente la strada fuori dalle strisce. L'auto è distrutta. Scendo a dare assistenza, ma il pedone è morto sul colpo. Io guidavo rispettando il codice, sobrio e lucido. Quindi so che non è colpa mia, è evidente. Ma mi sento lo stesso distrutto, ho pur sempre provocato la morte di un essere umano.
Con il tempo me ne farò una ragione, ma certo il giorno dopo non sarei nemmeno in grado di uscire di casa, tanto meno di esprimere pubblicamente il mio cordoglio (anzi più probabilmente non lo farò mai pubblicamente, ma in privato, con chi di dovere). Penso che queste reazioni siano quelle un po' di tutti, anche di quelli magari meno sensibili di me. Industriali e finanzieri (gente con  molto più pelo sullo stomaco di me) sono arrivati a suicidarsi in seguito a scandali e crack finanziari, quindi senza aver, almeno direttamente, ucciso nessuno.

  • schettino (il minuscolo è voluto) non ha distrutto un' auto ma una nave da 1 miliardo di euro (costo nave + rimozione).
  • schettino non è sceso per dare assistenza ma per non darla, e mettersi vigliaccamente in salvo.
  • schettino non ha provocato la morte di una persona ma di 32 (TRENTADUE), tra i quali una bambina di 6 anni. Trentadue persone che non sono morte sul colpo ma hanno visto la morte avvicinarsi a passi lenti, hanno vissuto l'incertezza della mancanza di notizie, poi il panico dell'evacuazione tanto tardiva quanto (conseguentemente) caotica, infine il terrore, che aumentava con l'accrescersi della consapevolezza che forse non ce l'avrebbero fatta.
    Alcuni addirittura sono morti proprio perché diligentemente si erano raccolti nell'area di emergenza, (come ti fanno fare nella esercitazione del primo giorno) che però si trovava nel lato poi sommerso...
    (Io sinceramente ci sto male al solo pensarci perché riesco ad immedesimarmi fin troppo bene, sia per carattere, sia perché in crociera ci sono stato e posso dare luoghi e momenti reali alla mia immedesimazione).
  • schettino, se è molto dubbio che fosse sobrio e lucido, di certo non rispettava la rotta nel momento dell'urto, perché fino a prova contraria gli scogli non si spostano.
  • schettino dall'urto in poi ha violato tutto quello che poteva violare in quanto a regolamenti della Marina, del Codice civile e penale e aggiungo io della umana morale e buon senso.

Ebbene, quest'uomo appena la mattina dopo la tragedia ha rilasciato un'intervista nella quale con voce mai rotta dall'emozione ci teneva a precisare che non era stata colpa sua, ma che quello scoglio li non doveva esserci...
Da allora ha continuato saldamente a ritenersi  vittima  (quando non addirittura eroe!!) più che carnefice.
Ormai ritenevo difficile che mi stupisse ulteriormente, fino a pochi giorni fa, quando vengo a sapere che si sarebbe recato  di sua volontà all'isola del Giglio per salire sulla nave per accertamenti. Già questo fatto disturba e rattrista, e viene naturale il pensare che lo fa con un po' troppo ritardo rispetto a quella notte del 13 gennaio 2012, quando gli fu vanamente intimato dal Comandante De Falco. Ma lui, manco a dirlo, è andato oltre. E' andato al Giglio un giorno prima, così, giusto per farsi vedere un po' in giro, per farsi una sosta in quegli stessi locali che avevano ospitato gli sconvolti sopravvissuti in quel maledetto giorno. Si è seduto e ha mangiato tranquillamente in un ristorante. La notte si è poi fatto una passeggiata ristoratrice lungo il molo. In tutto questo non ha mancato di farsi fotografare (forse dal suo degno avvocato)   appoggiato alla balaustra del molo,  mentre guarda (magari con orgoglio?) la sua nave.

Una volta pensavo che tutti in fondo avessimo una coscienza, a volte magari non l'ascoltiamo per un po', ma se facciamo attenzione è lì, a ricordarci ciò che è umanamente (ancor prima che cristianamente) giusto o sbagliato. Ma da tanto tempo mi sono purtroppo ricreduto, dovendo per forza di cose constatare che ci sono state e ci sono persone come questa, che perseverano costantemente e fortemente in posizioni amorali, senza pentimenti né dubbi né tantomeno vergogna, anzi convinti di agire per il bene.
Mi consolo solo pensando che alla maggior parte delle persone (non solo in Italia) schettino ha fatto e fa schifo ancor più che pena. Mi consolo pensando che altri in quella tragedia hanno fatto il loro dovere aiutando i passeggeri. Mi consolo pensando che anche i sommozzatori del recupero corpi, pur ben avvezzi al ritrovamento di cadaveri, hanno sofferto e forse pianto (il loro consumo di ossigeno in quei minuti è aumentato del 47%, un' esagerazione..) quando sul ponte 4 hanno trovato il corpicino di Dayana Arlotti, 6 anni, morta abbracciata stretta al suo babbo.

Mi consolo pensando che i parenti delle vittime sono persone forse ben più degne di me. Io se fossi stato in loro non so se sarei riuscito a frenare la mia rabbia  durante l'affronto della visita al Giglio del vile.

Un pensiero va alle vittime e, in quanto padre di una bambina di 4 anni, specialmente a te Dayana, dolce angelo...







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